martedì 23 novembre 2010

CRONACA di Andrea Nacciarriti



http://laboratoriodiartepubblica.it/News.html

Il 23 Novembre 2010, in occasione del trentennale del terremoto del 1980, il LAP, Laboratorio permanente di Arte Pubblica, attivo a Potenza dal marzo 2009, propone alla città l’opera creata ad hoc da Andrea Nacciarriti “Cronaca”. Il LAP intende così proseguire nel coinvolgimento dei cittadini in un’azione sinergica tra arte pubblica e memoria collettiva, segnando con la sua presenza i momenti più importanti della storia cittadina. Utilizzare, come avviene nell’opera di Nacciarriti, determinate parole, distribuirle sui muri in alcuni punti strategici della città di Potenza, lanciare l’eco della cronaca giornalistica di quei giorni terribili oltre la ritualità del 23 novembre, produce un forte impatto sul ricordo e sulla sensibilità del vissuto dei suoi cittadini. Lo stesso montaggio delle opere nei sei tradizionali spazi urbani del LAP, proprio nella data del 23 Novembre, vuol assumere il senso di una gestualità solidale nei confronti della città ferita dal terremoto, che, al di là della ricostruzione, resta testimonianza di un rischio ricorrente nel nostro Paese.
Da segnalare che un frame dell’opera “Cronaca” di Nacciarriti contiene la citazione della prima pagina serigrafata nel 1982 da Andy Warhol “Fate Presto”, chiaro riferimento al ricordo che il mondo dell’arte contemporanea internazionale ha del terremoto del 1980.

Andrea Nacciarriti è nato nel 1976, in provincia di Ancona. La sua intensa attività espositiva inizia nel 2000 in l’Italia e all’estero. È vincitore quest’anno del premio Terna e dell’ Artist in Residence " Pro Artibus Foundation", che lo porterà in Finlandia nel 2011. Andrea Nacciariti nel 2009 espone a Londra nello “Sculture Park” di Reagent’s Park, in occasione del Frieze Art Fair a cura di David Thorp. Critici della fama di Angela Vettese, Milovan Farronato, Francesca Alfano Miglietti curano alcune delle sue mostre collettive. Artista di livello internazionale, è tra gli artisti selezionati per partecipare al LAP da Roberto Daolio, curatore del Laboratorio potentino, insieme con Elisa Laraia, Alessandra Andrini, Michael Fliri, Damiano Colacito.

(Dal concept di Andrea Nacciarriti)
“Il progetto “CRONACA” si sviluppa attorno al ricordo di un evento tragico quale il terremoto che colpì Potenza e tutto il territorio irpino il 23 novembre del 1980.
Il titolo del progetto ha a che fare con la cronaca giornalistica di quei giorni terribili. Sono state utilizzate 6 pagine di giornale, per la maggior parte titoli di testa, elaborate in modo tale da isolare dei frammenti di frasi, semplicemente offuscando il fondo, il quale rimane comunque percepibile. Un po’ come avviene alla memoria e ai suoi sistemi di raccolta dati per cui alcune immagini sono più vivide e superficiali, altre più nascoste e silenziose.
Utilizzare determinate parole, distribuirle sui muri in alcuni punti strategici della città di Potenza, ha un forte impatto sul ricordo e sulla sensibilità del vissuto dei suoi cittadini, raccontare un momento storico, legato ovviamente al terremoto, ma che in qualche maniera è indirizzato a noi, oggi, attraverso “falsati” slogan pubblicitari o elettorali.
Un linguaggio semplice e secco che ricorda, ma che soprattutto parla adesso.
Il percorso di parole e frasi, è il riassunto di un fatto che fa parte della memoria storica, ma soprattutto è una conversazione nel quotidiano con la cittadinanza di Potenza, il territorio irpino, e tutto il resto del paese, un modo di cogliere aspetti sociali e politici che ci riguardano anche quando non si è di fronte ad una catastrofe come quella dell’’80.
Tra le pagine di giornale c’è anche la prima pagina serigrafata nel 1982 da Andy Warhol “Fate Presto”, citando così il ricordo che il mondo dell’arte ha dell’evento e quanto è importante che il vissuto faccia parte del nostro lavoro. Lo scopo dell’operazione “CRONACA”, ha di fondo l’analisi della comunicazione mediatica, in particolar modo dell’uso e della manipolazione della “parola”, ma occulta la spettacolarizzazione della notizia a trent’anni di distanza e si cala fisicamente nella quotidianità, legandosi a contingenze temporali e territoriali, determinando una differente sinergia di pensiero e di critica che non vuol essere semplicisticamente provinciale, tutt’altro, evidenzia una condizione diffusa di disagio per cui forse vale la pena ricordare e imparare ad avere maggiore cura e rispetto soprattutto delle nostre vite”.